martedì 13 settembre 2011

Sono ufficialmente povero


Oggi sono andato al CAF per farmi fare i calcoli per l'Indicatore della Condizione Economica del Nucleo Familiare (quello che l'INPS chiama ISEE, per intenderci). 
Ebbene, risulto in 2a fascia su 14.
Per intenderci, a quelli delle prime 4 fascie quando gli mandano le comunicazioni scritte non scrivono "spett. sig. Rossi" ma "povero sig. Rossi".

Questo fatto mi spinge ad interrogarmi: sono davvero povero?

Sono povero:
  • mio padre mi ha sempre detto di pensare alla pensione, e io niente: mi attende una vecchiaia di degenza
  • si è rotta la lavatrice da mesi e non ci siamo ancora decisi a cambiarla
  • spero che la mia vecchia automobilina resista ancora a lungo
  • mia figlia di cinque anni ha pure chiesto "perché mangiamo come i poveri?" (abituata a primo secondo dolce a ogni pasto estivo, grazie alla nonna)
Non sono povero:
  • non mangio alla mensa dei poveri
  • se uno mi dà contro, gli rispondo a tono
  • mi curo le carie dal dentista, il mal di schiena dal fisioterapista
  • ho una casa, un auto, un sacco di libri, tempo libero e soprattutto ...
  • ... la libertà di lavorare di meno per studiare
Mi rifiuto di essere povero:
Scherzi a parte, mi sono reso conto che viviamo in una società in cui uno che un sacco di cose, mangia come un porcello, si sposta in auto, ecceterà seriamente potebbe temere di essere povero. Potrebbe pure esserlo o diventarlo da un momento all'altro!!!
Abbiamo un sacco di cose e ci preoccupiamo di non riuscire a pagarci la nostra vecchiaia?

Non dico che un villaggio africano sia meglio, ma davvero non esiste una via di mezzo, il "benessere" materiale e la possibilità di vivere in una comunità che si sostiene fino alla vecchiaia e alla morte?
Possibile che viviamo in case sempre più piccole, nuclei familiari sempre più striminziti e divisi? Perché questo benessere materiale non ci ha fatto costruire belle case dove vivere con le nostre famiglie e i nostri cari in comunità?